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Odradek Parte I

by MARNERO

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Candore
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Candore "L'ambizione, più potente del veleno e più profonda della malattia, rapisce gli uomini. Una volta attecchita non vi è scampo, proprio come una maledizione [la maledizione dell'abisso], e porta gli avventurieri ad avanzare, gettandosi a capofitto. Per loro, una vita priva di ambizione è ben più temibile della morte"
- Made in Abyss Favorite track: Notturni.
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  • MARNERO MERCH

1.
DURANTE UNA FUGA Non viene da fuori. Sta dentro il mio orecchio. Non devo temerlo. Non devo ignorarlo. E' il suono ignoto di ciò che manca e mette in moto. Il tassello che conta è il tassello vuoto. Nuoto. Faccio il morto a galla. Nuoto o faccio il morto a galla, non so fare altro, ma non mi accorgo che si tocca se ho lo sguardo verso l'alto e scalcio, noto un varco, una fune sommersa, un nodo che mi hanno dato, si è annodato un cappio doppio che mi tiene mentre nuoto. Coi piedi sopra il vuoto non guardo verso l’alto, slego il nodo scorsoio, bevo un sorso e salto. Coi piedi su un mosaico, su un suolo che sprofonda, il tassello che conta è il tassello che manca. Mi godo l’abisso che il vuoto spalanca. Il coraggio della fuga per vivere una volta almeno, noi abitanti solitari di isole vicine separate da un abisso nero. Cadere può accadere, non maledire più le scale, è l'estasi che assale quando si spalanca il vuoto sospeso sotto il gradino che manca. Sospeso fra due impossibili sul bordo di una corda invisibile che tira le budella ho imparato l'equilibrio e la gravità. Coi nodi al pettine, e tutti quei maledetti nodi in gola, so bene che tirare la corda stringe la morsa, ma con un colpo d'ascia, slegato il nodo, cado nel vuoto. Precipito scalciando come fanno gli impiccati a occhi rovesciati, lamette nella mente. Cado in mezzo al nulla ancorato al niente, dimentico da sempre che deviando la caduta nel vuoto in linea retta c'è un'ansia maledetta che non può essere detta, che ti muove dalla tana. Poto la speranza vana e poi conservo il lutto che non è scritto tutto, e guardando a testa in giù non riconosci più, nessuno è più lo stesso. Nessuno è lo stesso, un prete è un boia un orbo è un pescatore.
2.
PREGHIERA DEL PESCATORE SENZA REMO Ricorda Signore che il tuo servo ha osservato pazientemente le leggi del branco, egli ritrova da solo la strada per il suo dormitorio, non ti servirà sedarlo con i manganelli. E non dimenticare Signore che noialtri siamo tutti nella stessa barca, ma chi ce li ha i remi in mano? Noi no. Noi no, noi no. Ho remato stremato con un remo spezzato che poi è sgusciato via, ora porto sulle spalle l'altro e te lo restituisco perché non fende più queste acque di marmo. Padre lo confesso, la più grande colpa è stata crederci innocenti, noialtri che siamo stati agitati dagli stessi venti, con la paura di svegliare i sonnambuli per non farli cadere in un abisso o di diventare morti per evitare la tua morte pagata a rate. [LA SITUAZIONE NON E' SOTTO CONTROLLO]
3.
Zolpidem 04:52
ZOLPIDEM (Evil Moon Paranoia) Ho aspettato le ombre con santa pazienza, ho aspettato il delirio per poi negoziare coi demoni ai margini della coscienza con una lucidità che di giorno, mi pare, scompare. E aspettare come braci spente quel vento che ciò che scordavi nel buio riporta alla mente. Fra le crepe del possibile la notte ha le sue trappole. Abbaiando nel buio la notte conduce a vedere di nuovo i contorni fra le ombre e la luce. Stanotte lo senti il soffio dei venti, il sospiro dei vinti e il fiato dei perdenti. La notte che sa cambiare ogni mia idea, una luna in balìa di un’ amara marea che dice che in fondo è solo colpa mia, ma va... Se era solo un incubo almeno ho dormito un po’. La luna che danza sull'acqua del porto. La luna nel pozzo, la notte che mostro. La luna sull'acqua sta aprendo sentieri. Stanotte era oggi o stanotte era ieri? La luna malvagia piena e criminale, stanotte è una notte da lupi di mare e non so come fare a trovare un oblìo, se la mente a se stessa confessa che ero stato io. Ma è un demone astuto che cerca un castigo prima del delitto e per farlo star zitto lo faccio parlare, la luna fa male. Di giorno entusiasmo, di notte ossessione, ma non ho bisogno di avere ragione. La notte, per quanto lei sia una canaglia, la notte non sa che, da sempre, campo di battaglia e se perdo imparo qualcosa va la... Se era solo un incubo almeno ho dormito un po’.
4.
Notturni 05:06
NOTTURNI o maneggio fantasmi Cosa resta sotto la brace, e sul fondo del bicchiere? Cosa resta se non pregare? Ma io non so recitare preghiere. Non so più accendere un fuoco, non riconosco questa foresta, ma ho il tempo di pensare al tempo, dopo il tempo della tempesta, per lavorare con ciò che resta e riconsegnare all’oblio ciò che il riflusso ha restituito. Così è stato? O così ho voluto io? E ora che è issata alta la ruota della sventura, gira il timone come Caronte, intorno a Plutone, ogni giorno nasce e ogni giorno muore. Oggi ci uccide quell’illusione che sia l’orizzonte a inseguire il sole accendendo ad occidente le ore, tutto quello che nasce muore. Cosa resta se non pregare? Conosco versi ma non preghiere. Ti faccio il verso, sudo le pare, decanto e verso e gliela do’ a bere alle sirene che ora ci provano a dare un prezzo a tutto il dolore in una scenografia di cristallo e di cartone. Tutto quello che nasce muore. E la schiuma del riflusso cancella le orme, tranne quella che ti precede ma poi ti trovi a sprofondare quando provi a calcare il piede. Un pianoforte privo di polvere chiuso in vetrina non fa rumore. L’eco di una stella che è esplosa ci mette anche ottomila anni prima che smetta di illuminare. ...Rinasce solo quello che muore. Le cose tacciono e il loro silenzio è molto più utile delle parole per distinguere il canto dal grido e la nuova nota dal dolore. E la nuova nota dal dolore. Tutto quello che nasce muore. Un punto serve per reiniziare. Rinasce solo quello che muore. E sulle rovine di Atlantide si richiude questo mare nero carbone, poi ritrovate, ma mai perdute, dentro la rete di un pescatore. Le cose tacciono e questo silenzio fa più baccano delle parole per distinguere il canto dal grido e la nuova nota dal dolore. Tutto quello che nasce muore.
5.
LETTERE DALL’ACHERONTE Come cazzo è successo che ho sfidato il fiume? Io che neanche riesco manco a mettere in salvo me stesso nell’alluvione di un bicchierino di rum. Già due volte che attraverso a nuoto le due sponde di Acheronte, sembra che sto fiume non sia mai lo stesso... Questa deriva a riva non arriva più. Corna di cervi in fiamme. Senti un ritornello arcano? Senti il baccano che fa un applauso fatto con una mano sola Ma le scelte son scommesse a poker, colpi di biliardo a caso fra due sponde, il ponte su Acheronte. La biglia alla roulette memoria non ha più. Lanciare i dadi è una preghiera, ma vale la pena che punti tutte le fiches su un numero che non esiste, nell’uragano o in un bicchierino di rum. Corna di cervi in fiamme. porta l’essenziale, poi il possibile, poi l’impossibile sulla sponda di là. Per poi diventare il fiume, senza ammazzare il tempo, perché è il tempo che alla fine ci seppellirà se ne sarà valsa la pena. Il ruvido artiglio che raschia il fondo del letto del fiume, il mio vero nome scritto sull’acqua, dai miei demoni non fuggirò più. Due volte attraversai l’Acheronte ma mai ho smarrito i miei inferi c’è uno scalino molto buio in fondo alla discesa la porta più segreta che io solo posso aprire o non aprire. La maniglia è nelle mie mani. La maniglia è nelle mie mani. [Corna di cervi in fiamme. Lampade ad odio sottovuoto, riti ed ordalie del fuoco di Cartagine. Porti senza acqua e barche. Oscilla un pesce, non può uscire, si lascia a asciugare le sciagure, sa che nuotare allunga solo la pena.] Attraverso il fiume nell’ora moribonda, oltre la sponda, alla riva di un ombra, mi aspetta il fuoco. ______ "Adesso io conosco chiaramente una metà della verità, vale a dire una metà in più di quella che loro riconoscono. Il vecchio adagio di Santayana, secondo cui coloro che non imparano dalla storia sono condannati a riviverla, è una menzogna. La storia non esiste. Tutto ciò che siamo è eternamente con noi. La domanda che dobbiamo porci quindi è: che cosa potrà salvarci dalla nostra folle propensione a propagare il male in cerchi sempre più ampi? Kierkegaard aveva ragione: c'è un terribile precipizio davanti a noi, ma sbagliava riguardo al salto... c'è differenza fra saltare ed essere spinti. Si arriva al punto in cui si è costretti a fare i conti con i propri bisogni e l'incapacità di gestire fino in fondo la situazione crea un'insopportabile ansia. In altri termini: non siamo malvagi per via del male che facciamo, ma facciamo del male perché siamo malvagi” _______ Porti senza acqua e barche. Controcorrente nuoto attraverso il fuoco, verso il centro vuoto. So che agitarsi allunga solo la pena. Io ti battezzo, mio demone. Io ti assecondo, per sempre.

about

ODRADEK PARTE I - Online 06.09.23
ODRADEK PARTE II- Out 2024
ODRADEK LP+CD+TAPE - Out 2024

credits

released September 6, 2023

MARNERO:
Sartàna Bidònde Sabàta: chitarre, cori
Bulvàr Pastìna: basso, cori
Tòni Zàrko Malizìgan Zèta: batteria
J.D. Ràudo: voci, chitarre

CON:
Matteo Bennici: Violoncello

E CON:
Paolo Raineri: Trombe in “Notturni”
Giulia Scarselli: Cori in “Lettere dall'Acheronte”
Claudio Adamo: Voce e Chitarra Acustica in “Lettere dall'Acheronte”

Registrato da Diego Castioni al CabotCove di Bologna nel Maggio 2023.
Mixato da Claudio Adamo a Fonoprint di Bologna nel Luglio 2023.
Masterizzato da Claudio Adamo nell'Agosto 2023.

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MARNERO Bologna, Italy

TUTTO QUELLO CHE NASCE MUORE
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